Top Posts
Love yourself: il tuo percorso di fioritura e...
La minfdulness nella perinatalità
Corso di formazione: La manipolazione affettiva
Albo illustrato, lutto e resilienza
Formazione: L’albo illustrato in gravidanza e dopo la...
Corso di formazione: psicologia del lutto in gravidanza
Filastrocca per buone forchettine
Formazione: L’albo illustrato come strumento per il sostegno...
Matritudini – Il festival online dedicato alla maternità
L’ allattamento durante la pandemia di COVID-19
  • Home
matermundi
Noi siamo le nostre parole
  • Home
  • Matermundi

  • Chi sono

  • Cosa faccio

Latest Posts

    Parole Madri

    Le #parolemadri di Michael Rosen: Sad Book

    by Claudia Ravaldi 15/08/2018
    written by Claudia Ravaldi

    We all have sad stuff. Maybe you have some right now, as you read this.

    Michael Rosen è un famoso autore inglese di libri per bambini.

    In Italia il suo testo più noto è sicuramente “A caccia dell’Orso” divertente e popolare libro per bambini scritto insieme ad Helen Oxenbury ( chi ha bambini piccoli e  non è mai andato con loro a caccia dell’orso, deve in ogni modo provare questa esperienza, prima che crescano troppo).

    Purtroppo meno noto in Italia il libro di cui voglio parlarvi oggi: Michael Rosen’s SAD BOOK , pubblicato nel 2004 da Candlewick Press e correttamente rivolto, nelle intenzioni degli autori, sia ai bambini che agli adulti. SAD BOOK (scritto grande, in stampatello, bene in vista sulla copertina) è un libro coraggioso e onesto sul dolore del lutto, su come funzionano i giorni dopo la perdita e su cosa possiamo/dobbiamo farcene del dolore che rimane.

    Questo testo, unico nel suo genere, ha ricevuto numerosi consensi dai critici letterari, è stato recensito da varie testate ed è stato edito più volte. Nonostante questi plausi, e nonostante le magnifiche illustrazioni che quasi parlano da sole alle persone in lutto,  difficilmente vedremo tradotto questo libro in italiano.

    In Italia il lutto è ancora un tabù: se proprio deve essere affrontato, viene trattato con molta fatica, in modo superficiale e sintetico e spesso ne vengono affrontate solo determinate parti, quelle più accessibili all’immaginario collettivo, tralasciando gli aspetti più “negativi” e scomodi correlati al lutto. È molto difficile nel nostro paese parlare del percorso che va dal momento della perdita fino alla trasformazione del dolore in qualcosa di diverso, più simile alla “vita” che al limbo del lutto. Questo percorso di trasformazione del dolore è un percorso lungo, è un percorso complicato, è dannatamente poco certo: non si sa come andrà a finire la nostra elaborazione, nonostante l’impegno, gli sforzi, la volontà.

    Non si sa finché non abbiamo attraversato il primo anno anno e mezzo e quindi finché non abbiamo trasformato abbastanza il dolore così da riuscire a tenerlo saldamente per mano, senza che ci scappi da tutte le parti e ci impedisca di vedere dove stiamo andando e cosa stiamo facendo. Affrontare questo penoso viaggio esperienziale con candore e onestà è difficile, e suona come molto penoso e spaventoso. Chi potrebbe mai voler comprare un libro così triste? Ecco perchè in Italia i libri per bambini sul lutto sono pochi, ecco perchè li troviamo dentro piccole e preziose nicchie, ecco perchè alcuni sono stati pubblicati e mai più riediti, e quindi non sono più distribuiti.

    Forse il nostro mercato non è ancora pronto per stampare libri in italiano, per bambini, in cui si descrive e si disegna il lutto di un padre che senza pudori e senza peli sulla lingua ci fa entrare nel faticoso mondo della sua personale elaborazione del lutto, dopo la grave e prematura perdita di suo figlio Eddie.

    Dobbiamo per adesso accontentarci di leggerlo in lingua originale, e questo significa che possiamo leggerlo solo se si sa l’inglese. Un vero peccato, perchè questo testo potrebbe essere utilizzato ampiamente come ausilio per molte persone in lutto che l’inglese non lo conoscono, ma conoscono a menadito cosa prova Michael Rosen, perchè lo stanno provando o l’hanno provato, allo stesso modo, anche loro.

    Il libro si apre con un ritratto di Michael:

    “This is me being sad”

    “Really I’m sad but pretending I’m happy”

    Michael Rosen’s SAD BOOK

    Con questo ritratto, il mio amore per Quentin Blake, iniziato con i libri di Roal Dahl, è ulteriormente cresciuto: la straordinaria coppia autore e illustratore aprono il “libro triste di michael” con il primo gigantesco equivoco culturale che colpisce quasi tutte le persone in lutto.

    Questi due giganti della letteratura per l’infanzia non potevano non pensare, stante il loro rapporto privilegiato con i bambini e i ragazzi a un modo migliore, più onesto e veritiero  per aprire un libro sulla tristezza, e chiarire subito la centralità delle relazioni, con chi non c’è più e con chi rimane.

    Chi è in lutto, infatti, è impegnato in una battaglia su più fronti: non è solo impegnato dal lutto per la persona venuta a mancare e dalle sue contemporanee reazioni psico-fisiche all’evento luttuoso, ma fin da subito si trova costretto ad affrontare una parte del lutto, quella che gli inglesi definiscono mourning e che in italiano non ha un termine corrispondente, che potremmo definire “lutto sociale“. Il lutto sociale è quell’aspetto del lutto che va oltre il defunto, oltre al tuo sentire, perchè riguarda il “se con l’altro“, riguarda la dimensione psicologica e sociale della tua relazione con gli altri, del tuo stile di attaccamento, e di come l’evento luttuoso influenza la tua vita sociale successiva. Riguarda le tue aspettative su come reagiranno gli altri al tuo dolore, e riguarda le tue aspettive su come dovresti reagire tu, che immagine vorresti dare agli altri, cosa riesci a chiedere e i feedback che gli altri danno alle tue richieste. Il lutto sociale riguarda anche, direi soprattutto, le aspettative generali che gli altri (parenti, amici, colleghi di lavoro, società in generale) hanno su come una persona dovrebbe affrontare il suo percorso di lutto.

    La persona in lutto paga un prezzo molto alto per molti mesi, impegnata com è a muoversi con il suo ingombrante carico di dolore tra l’assenza, la vita com’è adesso, gli altri e le loro richieste, il futuro che sembra nebuloso e insensato. Rosen dopo la morte di Eddie per meningite, cerca risposte che non riesce a trovare. Le cerca, stimolato, incessantemente, dagli altri suoi figli, impegnati ad elaborare la scomparsa del fratello come solo i bambini sanno fare.

    The children, Rosen says, “would ask, ‘And how old’s Eddie now?’ And I’d say, ‘Well, he’s just died.’ I didn’t know what else to say, really. It was literally just a few months after. Kids were asking me questions, and I was thinking, ‘I’ve got to have a way of answering it, and so in the end I wrote [this book] as an answer, almost as if I owed it to them

    Michael Rosen – The Guardian

    Rosen scrive questo libro per rispondere ai suoi figli e, nel cercare le risposte per loro, fa un viaggio prezioso dentro il suo lutto, mettendosi a nudo, in precario equilibrio tra rinuncia e propositi, assenza e ricordo, ribellione e accettazione. Si mette a nudo, e Quentin Blake evoca con i suoi tratti nervosi e vividi le emozioni della perdita senza aggiungere fronzoli riparatori, senza edulcorare, senza distogliere lo sguardo dai momenti più bui.

     Sad Book doesn’t hide the darkness. It doesn’t try to pretend that suffering and sadness are easy to bear. But it does at least show that it’s okay to feel bad sometimes

    Sam Jordison – The Guardian

    A partire da: dai sei anni, insieme a un adulto che ha già letto questo ed altri libri sul lutto e riesce a “stare” in modo consapevole ed onesto accanto a un bambino, alle sue reazioni e alle sue domande rispetto alla morte e al lutto

    Specialmente consigliato per: chi lavora con le persone in lutto, le persone in lutto.

    15/08/2018 0 comment
    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • Parole Madri

    Le #parolemadri in un poster: Il giorno prima

    by Claudia Ravaldi 14/08/2018
    by Claudia Ravaldi 14/08/2018

    Lorenzo Naia e Roberta Rossetti ci regalano un albo illustrato originale, delicato e poetico. Il giorno…

    Read more
    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • Salute e Benessere

    #LeftHandersDay

    by Claudia Ravaldi 13/08/2018
    by Claudia Ravaldi 13/08/2018

    Il 13 agosto è la giornata mondiale dedicata alle persone con mancinismo, noi lefthanders.  L’etimologia di…

    Read more
    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • Parole Madri

    Le #parolemadri dei diritti umani: Siamo nati tutti liberi

    by Claudia Ravaldi 11/08/2018
    by Claudia Ravaldi 11/08/2018

    La dichiarazione universale dei diritti umani si prende cura di tutti noi, non importa chi siamo…

    Read more
    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • Parole Madri

    Le #parolemadri di Arianna Papini : Nonni con le ali

    by Claudia Ravaldi 10/08/2018
    by Claudia Ravaldi 10/08/2018

    Quando i nonni volano non si sa dove vanno Questo non è un libro, direbbe Magritte,…

    Read more
    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • Parole Madri

    Sul rispetto

    by Claudia Ravaldi 08/08/2018
    by Claudia Ravaldi 08/08/2018

    “Il carattere attivo dell’amore diviene evidente nel fatto che si fonda sempre su certi elementi comuni…

    Read more
    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • Parole MadriPsicologia Perinatale

    Non è te che aspettavo

    by Claudia Ravaldi 04/08/2018
    by Claudia Ravaldi 04/08/2018

    Cosa succede quando si aspetta un bambino? Cosa succede nella mente delle madri e in quella…

    Read more
    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • Parole Madri

    στίγμα – stigma

    by Claudia Ravaldi 03/08/2018
    by Claudia Ravaldi 03/08/2018

    Quando abbiamo parlato del tabù in un precedente post abbiamo accennato di quanto potere abbia a…

    Read more
    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
  • 6

Matermundi

Matermundi

Claudia Ravaldi

matermundi nasce da una lunga esperienza di lavoro come psicoterapeuta a fianco di donne di tutte le età. matermundi promuove il benessere femminile accogliendo le donne e le loro storie e favorendo consapevolezza ed empowerment. Con matermundi ho voluto ricreare un "villaggio" per donne che sono in cammino ma sono stanche, che vorrebbero partire ma non sanno dove andare, che hanno camminato a lungo ma non sono soddisfatte di ciò che hanno raggiunto. matermundi è il luogo dove sostare, recuperare energie e fare il pieno di consapevolezza. Prima di ripartire, finalmente, per la tua strada.

Iscriviti alla newsletter

Seguimi su Facebook

Seguimi su Facebook

Seguimi su Instagram

Seguimi su Pinterest

@igattiballano
  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Pinterest

@2021 - All Right Reserved. Designed and Developed by PenciDesign


Back To Top
matermundi
  • Home
matermundi
@2021 - All Right Reserved. Designed and Developed by PenciDesign